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La badessa di Castro

La badessa di Castro

Stendhal

Silvia Licciardello

Tascabile: 198 x 7.98 x 129 mm | Res Stupenda | Categoria: Narrativa francese del XIX secolo

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  • Descrizione

    Dalla quarta di copertina: "La badessa di Castro" è considerata un’opera minore di Stendhal, innanzitutto per la sua brevità e poi per il modo in cui viene trattato il tema amoroso per eccellenza: quello dell’amore contrastato dal clan sociale, che invece in altri autori come Shakespeare e Corneille ha prodotto le sue massime espressioni artistiche. Stendhal prende spunto da queste tematiche classiche e con l’artificio tipicamente ottocentesco dell’"antico manoscritto ritrovato" comincia a ripercorrere la tragica storia d’amore di due giovani accomunati dal desiderio di emancipazione dal loro rispettivo clan d’appartenenza in nome dei profondi sentimenti reciproci e della purezza del loro cuore. Rispettando il gusto dell’epoca, lo scontro sociale tra classi diametralmente opposte, il martirio e l’orgoglio fanno da sfondo alla vicenda e intercettano la volontà di Stendhal di riprendere i toni cupi del "dilemma corneliano" per adattarlo ad una vicenda in parte vera che circolava già da tempo quando Stendhal decise di rielaborarla: lo scandalo della badessa di Castro, Elena Orsini, e il vescovo Francesco Cittadini. La storia “vera” però non è che un nuovo espediente per parlare di temi anticlericali e di lotta di classe: i due innamorati infatti non appartengono a casate rivali facenti parte dello stesso tessuto sociale come nella letteratura classica, bensì rappresentano lo scontro aperto tra il potere ottenuto con la forza dai briganti e le ricchezze sterminate della classe dirigente.

  • Dettagli prodotto

    Tascabile: 198 x 7.98 x 129 mm

    ISBN: 9791037800866

    Pubblicato da Res Stupenda

    27 Mar, 2024

    Collana: Il Cavaliere delle rose

    Lunghezza stampa: pp. VI - 118

    Lingua: Italiano

    Anno di prima pubblicazione: 1839

    Lingua originale: Francese

  • Stendhal, nome d’arte di Henry-Marie Beyle, nacque nel 1783 a Grenoble; la madre morì quando l’autore aveva solo sette anni. Nel 1799, Stendhal si trasferì a Parigi per intraprendere gli studi di matematica all’École Polytechnique, ma annoiato e desideroso di emanciparsi velocemente dall’ottuso ambiente di provincia dal quale proveniva, si arruolò nell’armata d’Italia di Napoleone. Nominato sottotenente di cavalleria, condusse la vita brillante e mondana del dandy seduttore fino al 1802, anno in cui lasciò l’esercito e iniziò a scrivere i suoi primi versi. Con l’aiuto del cugino Martial Daru entrò prima nella massoneria e poi al servizio dell’imperatore e prese parte alla fallimentare campagna della "Grande Armée" in Russia nel 1812. Dopo la caduta di Napoleone e la restaurazione della monarchia da parte dei Borboni, Stendhal, ormai in disgrazia, si trasferì a Milano, dove rimase fino al 1821. Di ritorno a Parigi riprese a frequentare i salotti della capitale e nel 1830 scrisse "Il rosso e il nero", una storia d’amore e morte che ricorda le passioni pericolose del martirio per onore dell’"Hernani" di Victor Hugo, rappresentato lo stesso anno, che gli diede fama e in breve tempo divenne il simbolo romantico e sovversivo di una nuova generazione, la generazione 1830, piegata alla volontà di forze politiche contraddittorie portatrici di una profonda crisi morale in seno alla società tra partiti legittimisti, orleanisti, repubblicani e socialisti. Nel 1831 Stendhal accettò la nomina a console francese degli Stati pontifici e si stabilì a Civitavecchia. Nel 1838 Stendhal cominciò a lavorare alla "Badessa di Castro", che ricorda la tragedia dell’amore contrastato del "Cid" di Pierre Corneille e reinterpreta il "dilemma corneliano", e al suo secondo capolavoro, "La certosa di Parma", pubblicato nel 1839. Morì nel 1842.

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